La Spezia - Un progetto di ricerca sulla sicurezza alimentare dedicato a quei virus e contaminanti che possono trovar dimora nei molluschi bivalvi: a proporlo, l'Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte e Val d'Aosta, che ha individuato nella Asl5 l'unità operativa da impiegare nell'indagine. E nei giorni scorsi l'azienda sanitaria spezzina ha sottoscritto l'accordo di collaborazione con l'Istituto, pronta quindi a impegnarsi nel progetto, della durata di due anni. “I molluschi bivalvi – si legge nell'illustrazione del progetto – possono contribuire alla diffusione di nuovi agenti patogeni virali di origine umana e contaminanti chimici emergenti, che sono o potrebbero diventare una minaccia per i consumatori di questo prodotto”. Amatissimo e del tutto caratteristico, perché, per chi non avesse troppa confidenza con i termini scientifici, nel novero dei molluschi bivalvi entrano chiaramente anche i muscoli. “Nonostante gli sforzi – si legge ancora – la contaminazione virale e chimica nei molluschi rimane un problema serio in tutto il mondo”. Principale effetto del consumare molluschi viralmente insidiosi, si spiega, sono problemi di natura gastroenterinale.
Nel testo si osserva ancora che “il golfo della Spezia rappresenta uno dei siti più importanti per l'allevamento di molluschi bivalvi nel Mar Ligure. Nel Golfo sono presenti numerose attività antropiche e industriali che coesistono con gli allevamenti dei molluschi bivalvi e possono favorire la disseminazione nelle acque di virus emergenti patogeni e sostanze chimiche che vengono accumulate nei molluschi. Il progetto si prefigge quindi di ampliare le conoscenze relative al ruolo dei molluschi bivalvi nella diffusione di virus emergenti quali Astrovirus ed Aichi virus dal momento che ad oggi non ci sono dati circa la loro circolazione in quest'area geografica e di ottenere strumenti per la valutazione sanitaria del settore della molluschicoltura tramite la messa a punto di metodiche biomolecolari per la rilevazione di questi patogeni. Inoltre, verrà indagato, sempre nei molluschi, il possibile effetto sinergico dato dalla contaminazione di derivati delle plastiche (ftalati) e da lantanidi, utilizzati in maniera massiva in applicazioni industriali high tech, che risulta al momento sconosciuto”. Approvato dal ministero della Salute, il progetto ha nella dott.ssa Roberta Battistini il suo responsabile scientifico e richiede una spesa complessiva di 74.500 euro.