Golfo dei Poeti - Una nuova scultura arricchisce i tesori di San Pietro a Porto Venere. Da ieri è esposto e lì rimarrà in maniera permanente il Cristo deposto di Carlo Giovannoni, noto scultore spezzino scomparso nel 1997. Dietro alla donazione c'è la volontà della famiglia di donare alla comunità portovenerese un'opera che esprime in maniera profonda la visuale di Giovannoni stesso.
Il Cristo deposto visitabile a Porto Venere è un bozzetto in terracotta, di piccole dimensioni, realizzato per puro piacere personale dall'artista nel periodo in cui conduceva una ricerca sui temi del sacro e dell'umano nella rappresentazione figurativa. Nel 1963 la ricerca diventa il bozzetto il cui tema è legato a un'altra opera visitabile alla Spezia: la grande figura tutt'oggi esposta sulla predella del terzo altare a sinistra nella parrocchia di Nostra signora della Salute in Piazza Brin.
"L'opera - spiega la guida turistica Giovanni Ghetti a nome della famiglia - è stata donata alla chiesa di San Pietro dalla famiglia Giovannoni Bonati, per corrispondere a un desiderio dell'artista, scomparso nel 1997, che , innamorato di Porto Venere, del suo ambiente e del suo mare, spesso motivo di ispirazione delle sue opere, aveva desiderato che fosse collocata proprio in quel luogo. Il tema del Cristo deposto, specie in scultura , è presente frequentemente nelle chiese del territorio spezzino, con molte raffigurazioni, specie di origine settecentesca, accompagnate dalle relative casse processionali in uso per le processioni del Venerdì Santo. Al tempo stesso offre occasione di confronti, sul piano dello stile e dell'arte. Ad esempio, infatti, nella Penitenzieria della Cattedrale di Cristo Re, è situato il Cristo deposto proveniente dalla Tomba Fantini del Cimitero dei Boschetti, opera dello scultore Angiolo Del Santo, che fu maestro di bottega di Giovannoni nel 1929, all'inizio dell'attività artistica di quest' ultimo. Il tardo Liberty di Del Santo, morto nel 1938, espresso nella delicata figura dellasua opera, ha trovato, anni dopo, nella tormentata figura del Cristo di Piazza Brin, un Giovannoni evoluto e più proiettato verso il futurismo, molto avanzato nel suo percorso e capace di percepire e interpretare, anche in questo schematico campo religioso, l'interiorità e la sofferenza umana".
La presentazione ufficiale si è svolta ieri con una cerimonia ristretta alla quale hanno partecipato il parroco don Maurizio Comparoni e dello stesso Giovanni Ghetti guida turistica e, come detto, rappresentante della famiglia.
Ghetti ha aggiunto qualche dettaglio sull'opera: "La scelta della terracotta non è casuale, si tratta infatti di un materiale al quale Giovannoni era molto legato. Inoltre, un'altra particolarità è data proprio dalla deposizione stessa: il capo del Cristo è fuori dal basamento. In questo modo Giovannoni ha espresso il significato di essere fuori dallo spazio".
L'opera verrà poi protetta da una teca e attualmente giace in prossimità di un'intercapedine dove è riposta un'altra testa in marmo di un Gesù morente.